Progress
Ho provato ad immaginare il progresso come una grande anima malata. Una enorme concatenazione di cause ed effetti. Grandi numeri e probabilità infinitesimali.
Ho provato ad immaginare il progresso come masse di uomini che si spostano rincorrendo equilibri impossibili, mescolando il colore di una bandiera con il rumore elettrico di un fast food.
Eppure noi viviamo nel progresso, lo utilizziamo per ascoltarci, per accomaodarci, per salvare l’entusiasmo e lo fraintendiamo con la cultura dell’immagine del corpo, dell’apparenza. Ne occupiamo le frequenze, e ci serviamo di certe sue estensioni fino a rimanerne abbronzati perchè può sostituire anche la luce del sole e la ricerca di un Dio.
Ho provato ad immaginare il progresso come masse di uomini che si spostano rincorrendo equilibri impossibili, mescolando il colore di una bandiera con il rumore elettrico di un fast food.
Eppure noi viviamo nel progresso, lo utilizziamo per ascoltarci, per accomaodarci, per salvare l’entusiasmo e lo fraintendiamo con la cultura dell’immagine del corpo, dell’apparenza. Ne occupiamo le frequenze, e ci serviamo di certe sue estensioni fino a rimanerne abbronzati perchè può sostituire anche la luce del sole e la ricerca di un Dio.
Tiromancino, 2002
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